Come le Gap junctions fungono da giunzioni comunicanti tra le cellule, così questo blog ha l'obiettivo di fare da connessione tra il mondo scientifico e quello della buona informazione.

Chi siamo
Dott. Diego Bailetti, PhD, Biologo – Laureato in Biotecnologie Mediche, Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche
Dott.ssa Manuela Tolve, PhD, Biologo – Laureata in Biotecnologie Genomiche, Dottore di Ricerca in Genetica Medica, Specializzando in Patologia e Biochimica Clinica
Dott.ssa Chiara Tuccilli, PhD, Biologo – Laureata in Biotecnologie Mediche, Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche
Dott.ssa Sarassunta Ucci, PhD, Biologo – Laureata in Biotecnologie Genomiche, Dottore di Ricerca in Cardiologia Molecolare e Cellulare

Post in evidenza

COVID19/SARS-CoV2, UN'EMERGENZA SANITARIA MONDIALE CHE TUTTI DOBBIAMO COMPRENDERE E GESTIRE. La conoscenza come difesa della salute pubblica

Centers for Disease Control and Prevention (CDC) Alissa Eckert , MS; Dan Higgins, MAMS. 2020 INTRODUZIONE Nelle ultime s...

giovedì 19 marzo 2020

SARS-CoV2, INFORMAZIONI INESATTE E CONSIGLI INUTILI O POTENZIALMENTE DANNOSI


In alcuni testi o file audio e video che circolano, attribuiti a professionisti sanitari o ricercatori nel tentativo di farli passare per attendibili, sono concentrate molte inesattezze e false credenze. Il rischio di fidarsi di informazioni sbagliate è di assumere comportamenti errati.

Di seguito daremo una spiegazione scientifica idonea a contrastare la diffusione di alcune «bufale».

 

Le dimensioni di SARS-CoV2 e l’utilizzo delle mascherine
Circola un messaggio in cui si indicano le dimensioni del virus, sbagliando di parecchio. Nel testo si riferisce: «il coronavirus è piuttosto grande (diametro di circa 400-500 nanometri), quindi ogni tipo di mascherina può fermarlo; non servono, nella vita normale, mascherine speciali.»
Perché tutto ciò è scorretto? Quali osservazioni fare a riguardo?
SARS-CoV2 è un virus di dimensione pari a 125 nm [1], e ciò dovrebbe essere sufficiente a far cestinare il messaggio. Per comprendere perché non tutte le mascherine sono adeguate ad offrire il giusto livello di protezione rimandiamo alla sezione L’utilizzo delle mascherine.


Il tempo di permanenza di SARS-CoV2 sulle superfici e gli oggetti
Nel messaggio sopracitato si legge anche: «Quando il virus si trova su superfici metalliche, sopravvive per circa 12 ore. Quindi, quando toccate superfici metalliche come maniglie, porte, elettrodomestici, sostegni sui tram, ecc., lavatevi bene le mani e disinfettatele con cura. Il virus può vivere annidato nei vestiti e sui tessuti per circa 6/12 ore: i normali detersivi lo possono uccidere. Per gli abiti che non possono essere lavati ogni giorno, se potete esponeteli al sole e il virus morirà.»

Perché tutto ciò è scorretto? Quali osservazioni fare a riguardo?
  • non si capisce perché solo le superfici metalliche e i tessuti dovrebbero essere interessati dalla contaminazione virale, nessun materiale è immune dalla deposizione di patogeni;
  • non disponiamo ancora di dati certi per SARS-CoV2. La differenza nel tempo di permanenza dei virus al di fuori di un ospite dipende dalle specifiche caratteristiche virali, così come dai fattori ambientali (temperatura e umidità). I coronavirus già noti possono rimanere attivi sulle superfici e sugli oggetti per un tempo compreso tra diversi minuti e diversi giorni [2]. L’informazione data nel messaggio, che fissa il tempo di sopravvivenza del virus fuori dall’organismo a 6/12 ore è senza fondamento scientifico. Gli studi sono ancora in corso e potrebbero rivelare un tempo di permanenza minore di 6 ore o maggiore di 12, così come tempi diversi in base al materiale della superficie [3];
  • esporre gli abiti al sole NON disattiva il virus, per la spiegazione si rimanda alla sezione successiva.

La temperatura alla quale SARS-CoV2 si disattiva e il consumo di bevande calde
Frequentemente si legge e sente che il virus non resiste alle temperature elevate, il che è corretto. Il punto è quanto alta deve essere la temperatura per inattivare il virus? Alcuni testi, audio e video circolanti indicano che è sufficiente una temperatura di 26-27°C. Partendo da questo presupposto, si consiglia di esporsi al sole e di consumare spesso bevande calde perché sarebbero in grado di neutralizzare il virus.
Perché tutto ciò è scorretto? Quali osservazioni fare a riguardo?
  • in condizioni di riposo, la temperatura corporea interna di individui umani sani è circa 37°C. Poiché il virus è in grado di infettare gli umani, è evidentemente ancora attivo  alla temperatura di 37°C. Per reagire all’infezione, il sistema immunitario produce un incremento termico (la febbre) che altro non è che un meccanismo di difesa per tentare di inattivare il patogeno ed eliminarlo;
  • esporsi al sole non incrementa la temperatura corporea in misura tale da disattivare un virus;
  • i virus possono impiegare diversi minuti, ma non ore, per attaccarsi e penetrare nella cellula ospite [4-6]. Una volta penetrato, non si può certo disattivare il virus bevendo una tazza di tè o brodo caldo. A meno di bere senza sosta bevande alla temperatura di 60-70°C (cosa che produrrebbe un danno alla mucosa dell’esofago, con aumento di rischio di cancro esofageo [7,8]) per bloccare il virus prima che entri nelle cellule, il consiglio che circola è decisamente inutile. Allo stesso modo, non è corretto pensare che bere frequentemente bevande calde determini un aumento della temperatura corporea tale da eliminare il virus.
In conclusione, bere moltissime bevande calde durante il giorno NON rende immuni a contrarre infezioni.

Resta inteso che:
  • una buona idratazione è essenziale nella vita quotidiana poiché partecipa a mantenere in salute l’organismo. Ogni giorno, introduciamo acqua attraverso alimenti e bevande per compensarne la fisiologica eliminazione e rifornire l’organismo di sali minerali (in essa disciolti).
  • Ricordiamo che l’acqua è un costituente cellulare indispensabile, e svolge numerose funzioni nell’organismo, tra cui il trasporto di sostanze nutritive, la partecipazione a reazioni metaboliche, la regolazione della temperatura corporea e lo smaltimento delle scorie metaboliche;
  • esponendosi al sole per diversi minuti al giorno si produce Vitamina D (Vit.D). La Vit.D svolge molte funzioni nell’organismo, ed è anche implicata nel mantenimento dell’efficienza del sistema immunitario. Ciò non significa che sia giustificato estremizzare e ricorrere a integrazione di Vit.D in questo momento o aumentare drasticamente il consumo dei prodotti più ricchi di questa vitamina [9]. 

La terapia di COVID-19 a base di Vitamina C
In un audio circolato si riferiva che la somministrazione di Vitamina C (Vit.C) fosse molto efficace per curare i pazienti. Nell’audio si invitava a diffondere il messaggio il più possibile e a ricorrere all’utilizzo di un integratore alimentare per assumere 1-2 grammi di Vit. C al giorno, indistintamente per bambini, adulti e anziani, a scopo preventivo.

Perché tutto ciò è scorretto? Quali osservazioni fare a riguardo?
  • nell’audio venivano citati l’Ospedale Sacco di Milano e uno specifico integratore di Vit.C. Sia l’Ospedale Sacco che l’azienda produttrice dell’integratore hanno prontamente smentito quanto riferito nel messaggio [10];
  • un’infezione e la patologia da essa prodotta non si possono curare esclusivamente con un integratore. Quest’ultimo è un prodotto di sostegno all’organismo, utile in casi di carenza di un nutriente o come adiuvante delle terapie di comprovata efficacia, ma non può sostituirsi ad esse;
  • il fabbisogno giornaliero dei nutrienti, tra cui anche le vitamine, non è uguale per tutte le età, perciò si possono verificare fenomeni di tossicità; la Vit.C in eccesso può interferire con i farmaci così come causare effetti avversi a livello gastrointestinale e renale;
  • la Vit C svolge funzioni benefiche per l’organismo, come quella antiossidante, rinforza il sistema immunitario, in alcuni casi può ridurre la frequenza e la durata del raffreddore e, da molti anni, si studia il suo utilizzo come adiuvante di terapie farmacologiche [9], ma non c’è nessuna evidenza scientifica sulle capacità curative che la Vit C avrebbe su pazienti affetti da sindromi respiratorie severe; sicuramente ulteriori studi sono necessari per testare nuovi protocolli d'impiego della Vit C in ausilio delle attuali terapie [12].

Integratori alimentari
Gli integratori sono «i prodotti alimentari destinati ad integrare la comune dieta e che costituiscono una fonte concentrata di sostanze nutritive, quali le vitamine e i minerali, o di altre sostanze aventi un effetto nutritivo o fisiologico, in particolare ma non in via esclusiva aminoacidi, acidi grassi essenziali, fibre ed estratti di origine vegetale, sia monocomposti che pluricomposti, in forme predosate» (Direttiva 2002/46/CE, attuata con il decreto legislativo 21 maggio 2004, n. 169).
Essi dovrebbero essere assunti quando ve ne è reale necessità e sotto consiglio e supervisione di un professionista sanitario legittimato a valutare lo stato di nutrizione. L’impiego per decisione autonoma del consumatore comporta dei rischi legati all’utilizzo inadeguato (ad esempio interazione con farmaci o sovradosaggi che possono causare intossicazione).
Gli integratori non possono sostituirsi ad un’alimentazione sana, completa, varia ed equilibrata, la quale, in condizioni di buona salute, è sufficiente a garantire tutti i nutrienti di  cui l’organismo necessita, aiutando a prevenire lo sviluppo di alcune patologie ed eventualmente delle loro complicanze.

REFERENZE
  1. Fisher D, Heymann D. Q&A: The novel coronavirus outbreakcausing COVID-19. BMC Med. 2020;18(1):57.  
  2. Kampf G, Todt D, Pfaender S, Steinmann E. Persistence of coronaviruses on inanimate surfaces and theirinactivation with biocidal agents. J HospInfect. 2020;104(3):246-251.
  3. Ng ML, Tan SH, See EE, Ooi EE, Ling AE. Early events of SARS coronavirus infection in vero cells. J MedVirol. 2003;71(3):323-31.
  4. van Doremalen N, Bushmaker T, Morris D, Holbrook M, Gamble A, Williamson B, Tamin A, Harcourt J, Thornburg N, Gerber S,  Lloyd-Smith J, de Wit E,  Munster V. Aerosol and surface stability of HCoV-19 (SARS-CoV-2) compared to SARS-CoV-1. medrxiv. 2020.03.09.20033217
  5. Brandenburg B, Lee LY, Lakadamyali M, Rust MJ, Zhuang X, Hogle JM. Imaging poliovirus entry in live cells. PLoS Biol. 2007;5(7):e183.
  6. Coffin JM, Hughes SH, Varmus HE, editors. Retroviruses. Viral Entry and Receptors. Membrane Fusion and Viral Entry. Cold Spring Harbor (NY): Cold Spring Harbor Laboratory Press; 1997.
  7. IARC Working Group on the Evaluation of Carcinogenic Risks to Humans. Drinking Coffee, Mate, and Very Hot Beverages. Lyon (FR): International Agency for Research on Cancer; 2018. IARC Monographs on the Evaluation of Carcinogenic Risks to Humans.
  8. Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (AIRC).https://www.airc.it/cancro/informazioni-tumori/corretta-informazione/bevande-calde-te-caffe-mate
  9. Gombart AF, Pierre A, Maggini S.A Review of Micronutrients and the Immune System-Working in Harmony to Reduce the Risk of Infection. Nutrients. 2020;12(1). pii: E236.
  10. https://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2020/03/11/coronavirus-catena-chat-vitamina-fake-news_ZzDgLnQG58ztZQL5NYtcHM.html?refresh_ce
  11. Arabi YM, Fowler R, Hayden FG. Critical care management of adults with community-acquired severe respiratoryviralinfection. IntensiveCare Med. 2020; 46(2):315-328.  
 

Nessun commento:

Posta un commento